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Dalla quarta di copertina: "Sono sperimentali i film di cui ho parlato? Lo sono in quanto ricercano nuove strategie espressive diverse da e opposte a quelle istituzionalizzate dal cinema di finzione, da quello documentario e dalla televisione. Lo sono perché saggiano, e molti proprio nella forma del film saggio. Lo sono perché scoprono nuove ipotesi narrative, nuove strutture drammaturgiche, nuove opzioni di montaggio, di musica, di suono: di messa in scena. Lo sono perché vibra in ognuno di essi la tensione verso uno stile personale, perché hanno un progetto estetico e non solo la voglia di raccontare una storia o di descrivere una realtà. Lo sono perché non gridano i loro budget ma sussurrano dialogicamente per chi ancora vuole ascoltare. Lo sono perché si rivolgono non a un pubblico massificato ma allo spettatore considerato come un partner, come una persona che pensa, si emoziona ed elabora. Cinema nomade. Cinema di poesia avrebbe detto Pasolini? Cinema che stupisce, e che non instupidisce. Cinema “troglodita”: che ha conservato memoria del lontano e che guarda lontano. La loro quantità e qualità indica anche che stiamo uscendo dalla fase sperimentale ed entrando in una non più marginale ma costruttiva, addirittura centrale: un cinema che si impone e non più semplicemente che si oppone. Un altro cinema italiano esiste.” (Adriano Apra’)

Adriano Aprà è nato nel 1940 a Roma, dove vive. Ha scritto dal 1960, dapprima su «Filmcritica», quindi, dal 1966 al 1970, su «Cinema&Film», trimestrale che ha fondato e diretto. Ha scritto successivamente centinaia di saggi in libri e riviste italiani e stranieri; ha curato decine di libri sul cinema italiano e internazionale, fra cui Il mio metodo. Scritti e interviste di Roberto Rossellini, giunto alla terza edizione (Marsilio, 2006) e tradotto in inglese e in giapponese. Ha pubblicato Per non morire hollywoodiani (Reset, 1999), Stelle & strisce. Viaggi nel cinema usa dal muto agli anni ‘60 (Falsopiano, 2005), In viaggio con Rossellini (Falsopiano, 2006, nuova edizione ampliata 2019), Breve ma veridica storia del documentario. Dal cinema del reale alla nonfiction (Falsopiano, 2017). Ha curato l’ebook Critofilm. Cinema che pensa il cinema (quarta edizione, 2019). Del 2019 è l’ebook Variazioni su Carl Theodor Dreyer. Negli anni ‘70 ha codiretto il “Filmstudio 70” di Roma. Ha collaborato a vari festival, dirigendo quelli di Salsomaggiore e di Pesaro fra il 1977 e il 1998. Dal 1998 al 2002 ha diretto la Cineteca Nazionale. Dal 2002 al 2008 ha insegnato Storia del cinema italiano all’Università di Roma “Tor Vergata”. Ha realizzato per la rai il lungometraggio di finzione Olimpia agli amici (1970), presentato in concorso al Festival di Locarno; ha diretto i critofilm Girato a Roma. Una città al cinema (1977), Rossellini visto da Rossellini (1992), Circo Fellini (2010), All’ombra del conformista (2011), La verità della finzione (2012) e, con Augusto Contento, il documentario Rosso cenere (2013); ha cosceneggiato il lungometraggio di Fiorella Infascelli La maschera (1988), presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes; ha interpretato, nel ruolo del titolo, Othon (1969) di Danièle Huillet e Jean-Marie Straub e figurato come attore in alcuni film di Bernardo Bertolucci, Straub-Huillet, Mario Schifano, Marco Ferreri e in Questione di cuore (2009) di Francesca Archibugi. Nel 2019 Pasquale Misuraca ha realizzato il critofilm Adriano Aprà Autoritratto. Molti articoli e saggi sono stati riproposti nel blog www.adrianoapra.it