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Arte, magia e cinematografia. Conversazione con il premio Oscar Scott Farrar, mago degli effetti speciali

Arte, magia e cinematografia. Conversazione con il premio Oscar Scott Farrar, mago degli effetti speciali

Scott Farrar è tra i più importanti supervisori di effetti speciali del cinema americano. È stato nominato al Premio Oscar per sei volte, trionfando per Cocoon (1985) diretto da Ron Howard. Nella sua filmografia trovano posto film come Star Trek: The motion picture, la trilogia di Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Jurassic Park, Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, Deep Impact, A.I. Artificial Intelligence, Minority Report, Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio e la serie Transformers. È membro VES, ASC, DGA, AMPAS.

Art, Magic and Cinematography. Conversation with the Visual Effects Magician and Oscar Winner Scott Farrar

Art, Magic and Cinematography. Conversation with the Visual Effects Magician and Oscar Winner Scott Farrar

Scott Farrar is among the most important visual effects supervisors of American cinema. He has been nominated for an Academy Award six times, winning once for Cocoon (1985) directed by Ron Howard. In its incredible filmography, films such as Star Trek: The motion picture, Back to the Future trilogy, Who Framed Roger Rabbit, Jurassic Park, Star Wars: Episode I - The Phantom Menace, Deep Impact, A.I. Artificial Intelligence, Minority Report, The Chronicles of Narnia: The Lion, the Witch and the Wardrobe and the Transformers film series. He is a member of VES, ASC, DGA, AMPAS.

Il mestiere dell’operatore. Conversazione con Peter Cavaciuti

Il mestiere dell’operatore. Conversazione con Peter Cavaciuti

Peter Cavaciuti (SOC-ACO-Assoc BSC) was born in London to an Irish mother and father of Italian heritage. He is among the best camera and Steadicam operator in the world. Cavaciuti worked with directors such as Stanley Kubrick, Martin Scorsese, William Friedkin, Tim Burton, Denis Villeneuve and Sam Mendes. In 2017 he won The Operators Award for the film Allied, directed by Robert Zemeckis.

The Profession of the Camera Operator. Conversation with Peter Cavaciuti

The Profession of the Camera Operator. Conversation with Peter Cavaciuti

Peter Cavaciuti (SOC-ACO-Assoc BSC) was born in London (to an Irish mother and father of Italian heritage. He is among the best camera and Steadicam operator in the world. Cavaciuti worked with directors such as Stanley Kubrick, Martin Scorsese, William Friedkin, Tim Burton, Denis Villeneuve and Sam Mendes. In 2017 he won The Operators Award for the film Allied, directed by Robert Zemeckis.

Tra pittura e fotografia: conversazione con Benoit Delhomme

Tra pittura e fotografia: conversazione con Benoit Delhomme

Benoît Delhomme (Parigi, 28 agosto 1961) è un cinematographer francese. È stato nominato ai Premi César per la miglior Cinematografia nel 1998 con il film Artemisia - Passione estrema diretto da Agnès Merlet. Tra i suoi film: Il caso Winslow (1999), diretto da David Mamet, Il bambino con il pigiama a righe (2008), diretto da Mark Herman, Wilde Salomé (2011) scritto, diretto e interpretato da Al Pacino, La teoria del tutto (2014), diretto da James Marsh, Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (2018) sugli ultimi anni di vita di van Gogh, diretto da Julian Schnabel, e Minamata (2020), diretto da Andrew Levitas, con Johnny Depp.

Between Painting and Cinematography: Conversation with Benoit Delhomme

Between Painting and Cinematography: Conversation with Benoit Delhomme

Benoît Delhomme (Paris, 28 August 1961) is a French film cinematographer. He was nominated for the César Award for Best Cinematography in 1998 for Artemisia directed by Agnès Merlet. Among his films to remember: The Winslow Boy a 1999 period drama film directed by David Mamet, The Boy in the Striped Pyjamas a 2008 British-American historical tragedy film written and directed by Mark Herman, Wilde Salomé a 2011 American docudrama written, directed by, and starring Al Pacino, The Theory of Everything a 2014 biographical drama film directed by James Marsh, At Eternity's Gate a 2018 biographical drama film about the final years of painter Vincent van Gogh's life directed by Julian Schnabel and Minamata a 2020 drama film directed by Andrew Levitas starring Johnny Depp.

Gli occhi che hanno visto l’Imperatore. Note su Giuseppe Rotunno

Gli occhi che hanno visto l’Imperatore. Note su Giuseppe Rotunno

Nell’ambito della nostra raccolta di testimonianze e pensieri per ricordare Giuseppe Rotunno, siamo felici di pubblicare l’introduzione della testi di laurea di Michele D’Attanasio, stimato autore della fotografia, che, appunto, aveva scelto di laurearsi con un lavoro dedicato all’autore della luce di Visconti e Fellini.

Giuseppe Rotunno, la luce di Visconti e Fellini

Giuseppe Rotunno, la luce di  Visconti e Fellini

Ci ha lasciato (Roma, 7 febbraio 2021) Giuseppe Rotunno AIC-ASC, tra i più importanti cinematographers della Storia del Cinema. Nato a Roma il 19 marzo del 1923 ‒ quarto di cinque figli ‒, Giuseppe “Peppino” Rotunno è considerato tra i più grandi interpreti della cinematografia mondiale. Gerry Guida ricostruisce qui in dettaglio tutta la sua straordinaria carriera.

Dogman e dintorni. Conversazione con Nicolaj Brüel

Dogman e dintorni. Conversazione con Nicolaj Brüel

Nicolaj Brüel, nasce a Copenaghen il 19 agosto 1965: anche suo padre Dirk è un cinematographer. Laureatosi alla National Danish Film School nel 1991, da allora ha lavorato con alcuni dei migliori registi al mondo in spot pubblicitari. Ha ottenuto il successo internazionale con il film The Machine (2013) di Caradog W. James e nel 2018 la consacrazione definitiva grazie al suo magnifico lavoro in Dogman (2018) di Matteo Garrone, con cui ha vinto il David di Donatello per la migliore fotografia. Nel 2019, sempre per Garrone ha illuminato Pinocchio.

Dogman and Beyond. Conversation with Nicolaj Brüel

Dogman and Beyond. Conversation with Nicolaj Brüel

Nicolaj Brüel, was born in Copenhagen on 19 August 1965: his father Dirk is also a cinematographer. After graduating from the National Danish Film School in 1991, he has worked with some of the best directors in the world on commercials. He achieved international success with the film The Machine (2013) by Caradog W. James and in 2018 the definitive consecration thanks to his work in Dogman (2018) by Matteo Garrone, with which he won the David di Donatello for Best Cinematography. In 2019 always for Garrone he illuminated Pinocchio.

Una danza metafisica per abbracciare l’inaspettato. Conversazione con Jörg Widmer sulla fotografia dei film di Terrence Malick

Una danza metafisica per abbracciare l’inaspettato. Conversazione con Jörg Widmer sulla fotografia dei film di Terrence Malick

Jörg Widmer è uno dei più importanti operatori di macchina e direttori della fotografia contemporanei. Specializzato nell'utilizzo della steadycam, in qualità di operatore di macchina o direttore della fotografia di seconda unità ha preso parte a film come Al di là delle nuvole di Wim Wenders e Michelangelo Antonioni, Il pianista di Roman Polanski, pluripremiato agli Oscar, il cult Good Bye Lenin di Wolfgang Becker, Babel di Alejandro Iñárritu, La pianista, Il nastro bianco e Amour di Michael Haneke, gli ultimi due entrambi premiati con la Palma d'Oro a Cannes, e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Nonché la prima stagione dell'acclamata serie Netflix tedesca Dark. Fra i film di cui ha firmato la fotografia spiccano il documentario Buena Vista Social Club e il docufilm 3D Pina di Wim Wenders, in quest’ultimo ha condiviso il ruolo con Helen Louvert. Ha iniziato a collaborare con Terrence Malick nei primi anni Duemila, facendo da operatore di steadycam e direttore della fotografia di seconda unità prima per The New World (2005), poi per la Palma d'oro The Tree of Life (2011), e per il trittico To the Wonder (2012), Knight of Cups (2015), film metacinematografico in cui Widmer, per decisione di Malick, appariva brevemente anche come attore nel ruolo di un fotografo, e Song to Song (2017). Se in questi primi cinque film era Emmanuel Lubezki l'autore della fotografia, nel più recente A Hidden Life, presentato al Festival di Cannes del 2019, Widmer ha assunto il ruolo di cinematographer. Ha inoltre fotografato The Book of Vision, prodotto esecutivamente da Malick e diretto dal suo discepolo Carlo S. Hintermann, presentato in apertura alla Settimana della Critica di Venezia 2020, e ha proseguito la sua collaborazione con Malick anche per The Way of the Wind, il nuovo progetto del regista texano incentrato sulla vita di Gesù.

A metaphysic dance embracing the unexpected. Conversation with Jörg Widmer about shooting Terrence Malick’s movies

A metaphysic dance embracing the unexpected. Conversation with Jörg Widmer about shooting Terrence Malick’s movies

Jörg Widmer is one of the most important contemporary camera operators and cinematographers. Specialized in the use of the Steadicam, as camera operator or 2nd unit dop he was involved in movies such as Beyond the Clouds by Wim Wenders and Michelangelo Antonioni, Roman Polanski’s Oscar winner The Pianist, Wolfgang Becker’s cult Good Bye Lenin, Alejandro Iñárritu’s Babel, Quentin Tarantino’s Inglourious Basterds, The Piano Teacher, The White Ribbon and Amour, all three directed by Michael Haneke and the latter two awarded by Cannes’ Palme d’Or, as well as the first season of acclaimed German Netflix series Dark. Among the movies he personally cinematographed, Wim Wenders’ two documentaries Buena Vista Social Club and Pina stand out; in the latter he shared credits with Helen Louvart, who had started the film. He started collaborating with Terrence Malick in 2004, serving as a Steadicam operator and 2nd unit director of photography first for The New World (2005), later for the Palme d’Or-winner The Tree of Life (2011) and the triptych To the Wonder (2012), Knight of Cups (2015), a metacinematographic work in which Malick made him also appear as an actor in the role of a photographer, and Song to Song (2017); whereas in these first five movies Emmanuel Lubezki was the main author of cinematography. In Malick’s actual latest movie A Hidden Life, presented in the 2019 Cannes Film Festival, Widmer was the main cinematographer. Widmer has cinematographed also The Book of Vision, produced by Malick and directed by his disciple Carlo S. Hintermann, which opened 2020 Venice Film Festival’s International Critics’ Week, and has continued his collaboration with Malick also for The Way of the Wind, an upcoming project from the Austin based director centered upon Jesus Christ’s life and parables.

Più mi avvicino all'iperuranio e più penso a te. Intervista a Fabio Zamarion sulla collaborazione con Giuseppe Tornatore

Più mi avvicino all'iperuranio e più penso a te. Intervista a Fabio Zamarion sulla collaborazione con Giuseppe Tornatore

Fabio Zamarion (Roma, 1961) è un direttore della fotografia italiano. Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1985 sotto la guida di Carlo Di Palma e Beppe Lanci, affianca a lungo Vittorio Storaro e Mauro Marchetti come assistente operatore e operatore di macchina, girando fra gli altri anche Piccolo Buddha di Bertolucci. Dopo alcune esperienze televisive come direttore della fotografia, esordisce sul grande schermo nel 2000 con Occidente di Corso Salani e nel 2003 riceve la sua prima candidatura al David di Donatello con Respiro. Nel 2006 il thriller La sconosciuta scandisce l'inizio della collaborazione di Zamarion con Giuseppe Tornatore, e gli frutta la vittoria al David e una candidatura agli European Film Award; la collaborazione fra i due viene continua L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo Lombardo (2010), La migliore offerta (2013), con Geoffrey Rush, e La corrispondenza (2016), con Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Altri film di cui Zamarion ha firmato la fotografia sono stati La signorina Effe di Wilma Labate, Evilenko e La macchinazione di David Grieco, Un giorno perfetto di Ferzan Özpetek, Questione di cuore di Francesca Archibugi e Tolo Tolo di Checco Zalone.

Garrett Brown, la fluidità del genio. Conversazione con l’inventore della steadicam

Garrett Brown, la fluidità del genio. Conversazione con l’inventore della steadicam

Garrett Brown (Long Branch-New Jersey, 6 aprile 1942) è un inventore americano, noto come creatore della steadicam®. L'invenzione di Brown consente agli operatori di filmare mentre camminano senza il tremolio e le sollecitazioni di una telecamera portatile. La steadicam® è stata utilizzata per la prima volta nel film di Hal Ashby Questa terra è la mia terra (1976) e da allora utilizzata, tra i tanti, in film come Rocky (1976), celebri le sequenze di corsa e allenamento, e Shining (1980) di Stanley Kubrick. Brown ha anche inventato la skycam (per le partite di calcio), la divecam (che segue i subacquei olimpici) e la mobycam (fotocamera subacquea che segue i nuotatori olimpici). Ha ricevuto tre Academy Awards: Academy Award of Merit (1978), Technical Achievement Award (1999) e Scientific and Engineering Award (2006).

Garrett Brown, the “fluidity” of the genius. Conversation with the inventor of the steadicam

Garrett Brown, the “fluidity” of the genius. Conversation with the inventor of the steadicam

Garrett Brown (born April 6, 1942 Long Branch-New Jersey) is an American inventor, best known as the creator of the steadicam®. Brown's invention allows camera operators to film while walking without the normal shaking and jostles of a handheld camera. The steadicam® was first used in the Hal Ashby film Bound for Glory (1976) and since used on such films, among many, as Rocky (1976), filming Rocky's running and training sequences, and The Shining (1980) by Stanley Kubrick. Brown has also invented the skycam (for football games), divecam (following olympic divers) and mobycam (underwater camera following olympic swimmers). Garrett Brown was recipient of three Academy Awards: Academy Award of Merit (1978), Technical Achievement Award (1999) and Scientific and Engineering Award (2006).

La luce del vero. Conversazione con Sandro Chessa su “Assandira” di Salvatore Mereu

La luce del vero. Conversazione con Sandro Chessa su “Assandira” di Salvatore Mereu

Sandro Chessa (Nuoro, 9 giugno 1984) è un direttore della fotografia italiano. Laureato in Scienze delle comunicazioni di massa all’Università di Perugia e diplomato all’Accademia di Cinema e Televisione di Cinecittà, ha completato la sua formazione come direttore della fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida del maestro Giuseppe Rotunno. Dopo una gavetta come assistente di macchina e direttore della fotografia di alcuni documentari e cortometraggi (fra cui Inverno, premiato col David), ha curato la fotografia di film indipendenti romani come Sex Cowboys di Adriano Giotti e Go Home – A casa loro di Luna Gualano. È stato recentemente presentato a Venezia il lungometraggio Assandira di Salvatore Mereu, ambientato nella Sardegna rurale della fine degli anni ’90, una storia familiare che ruota intorno alla fondazione e al rogo dell’agriturismo che dà il nome al film. Nel cast anche Gavino Ledda, autore del romanzo Padre padrone, nel ruolo del protagonista Costantino Saru.

La carriera di un cinematographer. Conversazione con Hiro Narita

La carriera di un cinematographer. Conversazione con Hiro Narita

Hiro Narita è un cinematographer, membro della American Society of Cinematographers (ASC) e dell'Academy of Motion Pictures and Sciences. Nasce il 26 giugno 1941 a Seoul (Corea del Sud) da genitori giapponesi. Nel 1945 lui e la sua famiglia si trasferirono a Nara, in Giappone, e successivamente a Tokyo. Dopo la morte prematura di suo padre e il nuovo matrimonio di sua madre con un giapponese americano, emigra a Honolulu, Hawaii, nel 1957, dove si diploma alla Kaimuki High School. Frequenta il San Francisco Art Institute dove riceve un BFA in Graphic Design nel 1964. Ottiene rapidamente una buona posizione presso un'importante azienda di design locale, ma dopo appena sei mesi viene arruolato nell'esercito degli Stati Uniti. Per due anni lavora come designer e fotografo al Pentagono. Quando si congeda dall'esercito degli Stati Uniti, John Korty, regista di The Autobiography of Miss Jane Pittman e del documentario Who Are the DeBolts? And Where Did They Get Nineteen Kids? (Premio Oscar per il miglior documentario) lo prende sotto la sua ala protettrice. Con Korty, per più di tre anni, collabora come assistente cameraman, gaffer, proiezionista, disegnatore di poster cinematografici, e altro. Dopo l’esperienza come operatore di ripresa aggiuntivo in Zabriskie Point (1970) di Antonioni, John Korty gli regala il primo film della sua carriera, un film tv intitolato Farewell to Manzanar (1976), per il quale riceve una nomination agli Emmy Award. Narita ha quindi lavorato in diverse mansioni in film come: The Last Waltz, More American Graffiti, Never Cry Wolf (per questo film vince il Boston Society of Film Critics Award e il National Society of Film Critics Award), Return of the Jedi, Indiana Jones and the Temple di Doom, Always, Honey, I Shrunk the Kids, Star Trek VI: The Undiscovered Country, Dirty Pictures, The Rocketeer, Hocus Pocus, The Time Machine, The Arrival.

A Cinematographer Career: Conversation with Hiro Narita, ASC

A Cinematographer Career: Conversation with Hiro Narita, ASC

Hiro Narita is a cinematographer, member of the American Society of Cinematographers (ASC) and Academy of Motion Pictures and Sciences. He was born on June 26 1941, in Seoul (South Korea) to Japanese parents. In 1945, he and his family moved to Nara, Japan, and later to Tokyo. Following his father's early death and his mother's remarriage to a Japanese American, the family emigrated in 1957 to Honolulu, Hawaii, where he graduated from Kaimuki High School. He went on to the San Francisco Art Institute where he received a BFA in Graphic Design in 1964. He soon landed a good position at a prominent local design firm, but the job lasted barely six months before he was drafted into the U.S. Army. For two years, he served as a designer and photographer at the Pentagon. When he was discharged from the U.S. Army, John Korty, director of The Autobiography of Miss Jane Pittman and the documentary Who Are the De Bolts? And Where Did They Get Nineteen Kids? (Academy Award for Best Documentary Feature) took him under his wing. With Korty, for more than three years, he collaborated as an assistant cameraman, gaffer, projectionist, film-poster designer, etc. After his experience as additional camera operator on Antonioni's Zabriskie Point (1970), John Korty gave him his first substantial film, a TV movie called Farewell to Manzanar (1976) for which he received an Emmy Award nomination. Then Narita worked in movies: The Last Waltz, More American Graffiti, Never Cry Wolf (for this movie he won the Boston Society of Film Critics Award and the National Society of Film Critics Award), Return of the Jedi, Indiana Jones and the Temple of Doom, Always, Honey, I Shrunk the Kids, Star Trek VI: The Undiscovered Country, Dirty Pictures, The Rocketeer, Hocus Pocus, The Time Machine, The Arrival.

Ricordo di Gianni Di Venanzo, uno dei più grandi innovatori della fotografia cinematografica

Ricordo di Gianni Di Venanzo, uno dei più grandi innovatori della fotografia cinematografica

Gianni Di Venanzo è considerato dalla maggior parte degli addetti ai lavori come il più importante e innovativo autore della fotografia dell’Italia del dopoguerra. Figlio di Enrico e Palmina, Feliciano (questo il vero nome) Di Venanzo nacque a Teramo il 18 dicembre del 1920. Ebbe due sorelle, Delia e Giulia. Non ancora maggiorenne, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove inizia a frequentare l’appena nato Centro Sperimentale di Cinematografia, che però, dopo appena un anno, nel 1941 abbandona per entrare in qualità di assistente operatore nella troupe di Massimo Terzano ‒ tra i maestri del bianco e nero dell’epoca ‒ per il film Un colpo di pistola (1942) di Renato Castellani, alla sua prima regia, con Assia Noris, Fosco Giachetti e Antonio Centa. Sempre nello stesso anno collabora quindi con Tino Santoni per Miliardi, che follia! (1942) di Guido Brignone, dove è accreditato come Feliciano, e con Aldo Tonti per Fari nella nebbia (1942) di Gianni Franciolini, fino a quando è costretto a interrompere la propria esperienza cinematografica perché richiamato alle armi: presta servizio presso il reparto cinematografico dell’esercito.

“Siberia” di Abel Ferrara. Conversazione con l’autore della fotografia Stefano Falivene

“Siberia” di Abel Ferrara. Conversazione con l’autore della fotografia Stefano Falivene

Stefano Falivene è un direttore della fotografia italiano. Dopo un’importante gavetta come focus puller e operatore di macchina per film come Kundun e Gangs of New York di Martin Scorsese, Hannibal di Ridley Scott, L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, Così ridevano di Gianni Amelio, esordisce come direttore della fotografia nei primi anni Duemila. Nel corso della sua ventennale carriera, ha curato la fotografia di film come Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart (premio migliore fotografia al festival di Copenaghen), Machan e Still Life (Globo d'oro migliore fotografia 2014) di Uberto Pasolini, Aspromonte - La terra degli ultimi di Mimmo Calopresti, Carmel di Amos Gitai, All You Ever Wished For del premio Oscar Barry Morrow e La voce di silenzio di Michael Redford. Con il regista italo americano Abel Ferrara ha collaborato per tre film: Mary del 2005, premiato con il Gran Premio della Giuria a Venezia, Pasolini del 2014 e Siberia, presentato con grande successo all’ultima edizione del Festival di Berlino.