Ludovico Cantisani

Il tempo ritrovato. Conversazione con Walter Fasano [seconda parte]

Il tempo ritrovato. Conversazione con Walter Fasano [seconda parte]

Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Walter Fasano (Bari, 1970), uno dei principali montatori italiani, e regista e sceneggiatore.
Ricordiamo che dal 3 ottobre è su Mubi il film da lui scritto e diretto
Pino, dedicato a Pino Pascali. Lo trovate qui.

Tagliare il tempo. Conversazione con Walter Fasano [prima parte]

Tagliare il tempo. Conversazione con Walter Fasano [prima parte]

Walter Fasano (Bari, 1970), oggi è uno dei principali montatori italiani, saltuariamente anche regista e sceneggiatore. Fra i film da lui montati, Santa Maradona di Marco Ponti, Il Cartaio, Ti Piace Hitchcock? e La Terza Madre di Dario Argento, Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi, 5 è il numero perfetto di Igort e America Latina dei Fratelli D'Innocenzo. È noto internazionalmente per la sua collaborazione con il regista candidato all’Oscar Luca Guadagnino, di cui ha montato tutti i film, dall’esordio The Protagonists, del 1999, fino ai recenti Chiamami col tuo nome e Suspiria. Realizziamo con lui una lunga intervista, in due puntate. la seconda uscirà la prossima settimana.

But a dream. Conversazione con Chiara Lagani sulla traduzione di Sylvie e Bruno di Lewis Carroll

But a dream. Conversazione con Chiara Lagani sulla traduzione di Sylvie e Bruno di Lewis Carroll

Chiara Lagani è co-fondatrice e direttrice artistica, assieme a Luigi De Angelis, dell’acclamata compagnia teatrale Fanny & Alexander, attiva dal 1992. I loro spettacoli hanno avuto grande successo, attirando contemporaneamente l’attenzione di pubblico, studiosi e critica, e procurando ai loro autori inviti a seminari, laboratori e convegni nell’ambito delle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee. Nel 2003 la compagnia ha realizzato una versione teatrale di Alice attraverso lo specchio e Chiara Lagani prese parte, un paio di anni dopo, a un convegno di anglistica dedicato a Lewis Carroll organizzato dall’Università di Rennes, invitata a parlare dello spettacolo. Il 15 giugno scorso è uscita per Einaudi una sua traduzione di Sylvie e Bruno, terzo e ultimo romanzo di Lewis Carroll. Sylvie e Bruno, dalla trama duplice e dall’ambientazione tripartita, giudicato da molti “intraducibile”, è alla base del nuovo spettacolo di Fanny & Alexander, presentato negli stessi giorni al Ravenna Festival.

Ritorno all'immediatezza. Conversazione con Fabio Cianchetti sulla collaborazione con Bernardo Bertolucci

Ritorno all'immediatezza. Conversazione con Fabio Cianchetti sulla collaborazione con Bernardo Bertolucci

Fabio Cianchetti (Bergamo, 1952) è un direttore della fotografia italiano, noto soprattutto per la sua collaborazione con Ricky Tognazzi (Canone inverso, per cui ha vinto il David di Donatello), Saverio Costanzo (La solitudine dei numeri primi e Hungry Hearts), Roberto Benigni (La tigre e la neve), Abel Ferrara (Go Go Tales) e i fratelli Giuseppe e Bernardo Bertolucci.

Il richiamo dell’ombra. Conversazione con Antonio Costa

Il richiamo dell’ombra. Conversazione con Antonio Costa

Antonio Costa (Feltre, 1942), saggista e storico del cinema. Ha insegnato Storia del cinema all’Università di Bologna dove ha diretto il Dipartimento di Musica e Spettacolo dal 1995 al 1998. Successivamente è passato all’Università IUAV di Venezia dove ha insegnato “Cinema e arti visive” presso la Facoltà di Arti e Design. A lungo impegnato nella ricerca teorica e storica, ha pubblicato numerosissimi studi sul cinema. Ha promosso e diretto il curriculum cinematografico del Dottorato di Ricerca in Discipline del Teatro e dello Spettacolo dell’Università di Bologna. In questo ambito ha fondato e diretto con Leonardo Quaresima la rivista «Fotogenia. Storie e teorie del cinema» (1994-1998) e la collana «Thesis» (edizioni Clueb). Lo intervistiamo sull’ultimo titolo pubblicato Il richiamo dell'ombra: il cinema e l'altro volto del visibile, Feltrinelli 2021.

Il tempo con Antonioni. Conversazione con Edoardo Ponti

Il tempo con Antonioni. Conversazione con Edoardo Ponti

Edoardo Ponti (Ginevra, 1973), figlio di Sophia Loren e del produttore Carlo Ponti, è regista, sceneggiatore e produttore, saltuariamente anche attore. Nel 2002 esordisce al cinema con Cuori estranei, proseguendo la sua carriera con Coming & Going ed i premiati cortometraggi Away We Stay, Il turno di notte lo fanno le stelle, dall’omonimo racconto di Erri De Luca, e Voce umana, da Jean Cocteau, presentato a Venezia. Il suo film più recente, La vita davanti a sé, tratto dall’omonimo romanzo di Romain Gary e interpretato da Sophia Loren e Renato Carpentieri, è stato uno dei maggiori successi di Netflix nel 2020 ed è stato candidato ai Golden Globe come Miglior film straniero. Nella seconda metà degli anni ’90 Edoardo Ponti è stato l'assistente personale di Michelangelo Antonioni, appena insignito del premio Oscar alla carriera, per la realizzazione di due progetti poi sfumati: Tanto per stare insieme, fortemente desiderato anche da Jack Nicholson, e il fantascientifico Destinazione: Verna, che avrebbe visto Sophia Loren protagonista.

The Time with Antonioni. Conversation with Edoardo Ponti

The Time with Antonioni. Conversation with Edoardo Ponti

Edoardo Ponti (Geneva, 1973), son of Sophia Loren and producer Carlo Ponti, is a director, screenwriter and producer, occasionally also an actor. In 2002 he made his debut in the cinema with Extraneous Hearts, continuing his career with Coming & Going and the award-winning short films Away We Stay, The Night Shift the Stars Do It, from the homonymous story by Erri De Luca, and Human Voice, by Jean Cocteau, presented in Venice. His most recent film, The Life Ahead, based on Romain Gary's novel of the same name and starring Sophia Loren and Renato Carpentieri, was one of Netflix's biggest hits in 2020 and was nominated for a Golden Globe for Best Foreign Film. In the second half of the 90s, Edoardo Ponti was the personal assistant of Michelangelo Antonioni, who had just been awarded the Academy Award for Lifetime Achievement, for the realization of two projects that were later faded: Just to Be Together, strongly desired also by Jack Nicholson, and the science fiction Destination: Verna, which would have seen Sophia Loren protagonist.

L’importanza di avere un sogno e di poterlo condividere. Conversazione con Fabio Nunziata sulla collaborazione con Abel Ferrara (seconda parte)

L’importanza di avere un sogno e di poterlo condividere. Conversazione con Fabio Nunziata sulla collaborazione con Abel Ferrara (seconda parte)

Fabio Nunziata (Cosenza, 1965) è un montatore italiano. Diplomatosi in montaggio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1987, dopo alcune prime esperienze come montatore, nel 1996 presenta al Festival di Torino il lungometraggio Il caricatore, co-diretto da Nunziata con Eugenio Cappuccio e Massimo Gaudioso, per il quale viene candidato assieme ai colleghi al Nastro d’argento al miglior regista esordiente. Dopo aver diretto assieme a Cappuccio e Gaudioso anche La vita è una sola, si dedica esclusivamente al montaggio. Nel 2004 viene candidato al Nastro d’argento per il suo lavoro ne Il ritorno di Cagliostro di Ciprì e Maresco. Ha continuato a collaborare come montatore con Cappuccio (Uno su Due, Se sei così) e con Gaudioso (Un paese quasi perfetto). La sua filmografia si distingue per una lunga collaborazione con Abel Ferrara: per il regista newyorkese Nunziata ha curato infatti il montaggio di numerosi film: Mary (2005), premiato con il Leone d’Argento al Festival di Venezia, i controversi Go Go Tales (2007) e Pasolini (2014), i documentari Napoli Napoli Napoli (2009), Alive in France (2017), Piazza Vittorio (2017) e The Projectionist (2019). Nunziata ha montato anche gli ultimi due film di Ferrara, Tommaso e Siberia, dittico con protagonista Willem Dafoe, presentati l’uno al Festival di Cannes del 2019 e l’altro al Festival di Berlino del 2020.

L’importanza di avere un sogno e di poterlo condividere. Conversazione con Fabio Nunziata sulla collaborazione con Abel Ferrara (prima parte)

L’importanza di avere un sogno e di poterlo condividere. Conversazione con Fabio Nunziata sulla collaborazione con Abel Ferrara (prima parte)

Fabio Nunziata (Cosenza, 1965) è un montatore italiano. Diplomatosi in montaggio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1987, dopo alcune prime esperienze come montatore, nel 1996 presenta al Festival di Torino il lungometraggio Il caricatore, co-diretto da Nunziata con Eugenio Cappuccio e Massimo Gaudioso, per il quale viene candidato assieme ai colleghi al Nastro d’argento al miglior regista esordiente. Dopo aver diretto assieme a Cappuccio e Gaudioso anche La vita è una sola, si dedica esclusivamente al montaggio. Nel 2004 viene candidato al Nastro d’argento per il suo lavoro ne Il ritorno di Cagliostro di Ciprì e Maresco. Ha continuato a collaborare come montatore con Cappuccio (Uno su Due, Se sei così) e con Gaudioso (Un paese quasi perfetto). La sua filmografia si distingue per una lunga collaborazione con Abel Ferrara: per il regista newyorkese Nunziata ha curato infatti il montaggio di numerosi film: Mary (2005), premiato con il Leone d’Argento al Festival di Venezia, i controversi Go Go Tales (2007) e Pasolini (2014), i documentari Napoli Napoli Napoli (2009), Alive in France (2017), Piazza Vittorio (2017) e The Projectionist (2019). Nunziata ha montato anche gli ultimi due film di Ferrara, Tommaso e Siberia, dittico con protagonista Willem Dafoe, presentati l’uno al Festival di Cannes del 2019 e l’altro al Festival di Berlino del 2020.

Una scusa per poter raccontare. Conversazione con Andrea Paolo Massara, sceneggiatore di "The Rossellini"

Una scusa per poter raccontare. Conversazione con Andrea Paolo Massara, sceneggiatore di "The Rossellini"

Andrea Paolo Massara, di origini calabresi e cresciuto in Svizzera, è uno sceneggiatore italiano di film di finzione e documentari. Diplomato in sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dopo alcuni cortometraggi ha co-sceneggiato il film L'attesa di Piero Messina, presentato nel 2015 alla Mostra del Cinema di Venezia e interpretato da Juliette Binoche, che per questa interpretazione vince il Nastro d'argento europeo. Dopo Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi e Tutte le mie notti di Manfredi Lucibello, nel 2020 è tornato a Venezia co-sceneggiando il film The Rossellinis di Alessandro Rossellini, figlio di Renzo e nipote di Roberto, incentrato sull'ampia discendenza del grande regista.

Una danza metafisica per abbracciare l’inaspettato. Conversazione con Jörg Widmer sulla fotografia dei film di Terrence Malick

Una danza metafisica per abbracciare l’inaspettato. Conversazione con Jörg Widmer sulla fotografia dei film di Terrence Malick

Jörg Widmer è uno dei più importanti operatori di macchina e direttori della fotografia contemporanei. Specializzato nell'utilizzo della steadycam, in qualità di operatore di macchina o direttore della fotografia di seconda unità ha preso parte a film come Al di là delle nuvole di Wim Wenders e Michelangelo Antonioni, Il pianista di Roman Polanski, pluripremiato agli Oscar, il cult Good Bye Lenin di Wolfgang Becker, Babel di Alejandro Iñárritu, La pianista, Il nastro bianco e Amour di Michael Haneke, gli ultimi due entrambi premiati con la Palma d'Oro a Cannes, e Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino. Nonché la prima stagione dell'acclamata serie Netflix tedesca Dark. Fra i film di cui ha firmato la fotografia spiccano il documentario Buena Vista Social Club e il docufilm 3D Pina di Wim Wenders, in quest’ultimo ha condiviso il ruolo con Helen Louvert. Ha iniziato a collaborare con Terrence Malick nei primi anni Duemila, facendo da operatore di steadycam e direttore della fotografia di seconda unità prima per The New World (2005), poi per la Palma d'oro The Tree of Life (2011), e per il trittico To the Wonder (2012), Knight of Cups (2015), film metacinematografico in cui Widmer, per decisione di Malick, appariva brevemente anche come attore nel ruolo di un fotografo, e Song to Song (2017). Se in questi primi cinque film era Emmanuel Lubezki l'autore della fotografia, nel più recente A Hidden Life, presentato al Festival di Cannes del 2019, Widmer ha assunto il ruolo di cinematographer. Ha inoltre fotografato The Book of Vision, prodotto esecutivamente da Malick e diretto dal suo discepolo Carlo S. Hintermann, presentato in apertura alla Settimana della Critica di Venezia 2020, e ha proseguito la sua collaborazione con Malick anche per The Way of the Wind, il nuovo progetto del regista texano incentrato sulla vita di Gesù.

Più mi avvicino all'iperuranio e più penso a te. Intervista a Fabio Zamarion sulla collaborazione con Giuseppe Tornatore

Più mi avvicino all'iperuranio e più penso a te. Intervista a Fabio Zamarion sulla collaborazione con Giuseppe Tornatore

Fabio Zamarion (Roma, 1961) è un direttore della fotografia italiano. Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1985 sotto la guida di Carlo Di Palma e Beppe Lanci, affianca a lungo Vittorio Storaro e Mauro Marchetti come assistente operatore e operatore di macchina, girando fra gli altri anche Piccolo Buddha di Bertolucci. Dopo alcune esperienze televisive come direttore della fotografia, esordisce sul grande schermo nel 2000 con Occidente di Corso Salani e nel 2003 riceve la sua prima candidatura al David di Donatello con Respiro. Nel 2006 il thriller La sconosciuta scandisce l'inizio della collaborazione di Zamarion con Giuseppe Tornatore, e gli frutta la vittoria al David e una candidatura agli European Film Award; la collaborazione fra i due viene continua L'ultimo Gattopardo - Ritratto di Goffredo Lombardo (2010), La migliore offerta (2013), con Geoffrey Rush, e La corrispondenza (2016), con Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Altri film di cui Zamarion ha firmato la fotografia sono stati La signorina Effe di Wilma Labate, Evilenko e La macchinazione di David Grieco, Un giorno perfetto di Ferzan Özpetek, Questione di cuore di Francesca Archibugi e Tolo Tolo di Checco Zalone.

Uno sguardo dolce su un mondo atroce. Conversazione con Paolo Carnera sulla fotografia di Favolacce

Uno sguardo dolce su un mondo atroce. Conversazione con Paolo Carnera sulla fotografia di Favolacce

Paolo Carnera (Venezia, 1957), dopo essersi diplomato nel 1982 al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra la fine degli anni ’80 e i primi anni Duemila gira alcuni dei primi film di registi quali Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Edoardo Winspeare e Sergio Rubini. Fra il 2008 e il 2010 cura la fotografia della serie televisiva di Romanzo criminale, diretta da Stefano Sollima, con cui gira anche il lungometraggio ACAB - All Cops Are Bastards del 2012, che gli vale la sua prima candidatura ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Continuando ad alternare cinema e televisione negli anni seguenti Carnera è dietro la macchina da presa delle serie Gomorra e ZeroZeroZero, tratte dalle opere di Saviano, e del film Suburra sempre di Sollima, per il quale riceve una seconda nomination ai David. Nel 2018 firma la fotografia de La terra dell’abbastanza, film d’esordio di Damiano e Fabio D’Innocenzo; due anni dopo il suo lavoro per Favolacce, secondo film dei due fratelli, gli frutta un grande successo di critica e la vittoria del suo primo Nastro d’Argento.

L’utopia soffocante delle narrazioni. Conversazione con Rick Alverson

L’utopia soffocante delle narrazioni. Conversazione con Rick Alverson

Rick Alverson, nato a Spokane (Washington) nel 1971, è un regista e musicista americano. Ha debuttato nel 2010 con il lungometraggio The Builder, la storia di un migrante irlandese che cerca di conciliare l’ideale del sogno americano e la sua effettiva realizzazione nel mondo, seguito nel 2011 da New Jerusalem. Nel 2013 il suo terzo lungometraggio, The Comedy, è stato presentato al Sundance Film Festival, e nel 2015 il suo quarto film Entertainment è stato selezionato sia al Sundance che al Festival del Cinema di Locarno e ha ottenuto un grande successo di critica. Nel 2018 è stato presentato alla 75° Mostra del Cinema di Venezia quello che attualmente è il suo lavoro più recente, The Mountain, un’esplorazione “antiutopistica” dell’America e delle sue contraddizioni, con Jeff Goldblum, Tye Sheridan, Udo Kier e Denis Lavant. The Mountain, ambientato negli anni ’50 e ispirato alla biografia del tristemente noto neurologo americano Walter Freeman, racconta un lungo viaggio attraverso la provincia americana dove l’acclamato medico Wallace Fiennes offre operazioni di lobotomizzazione su uomini e donne di ogni età che soffrono di malattie mentali o che hanno manifestato comportamenti troppo ribelli per gli standard del tempo; il film è narrato dalla prospettiva del giovane Andy che, dopo la morte di sua madre, una “paziente” di Fiennes, e di suo padre, segue il dottore come assistente e un fotografo.

The suffocating utopia of narratives. Conversation with Rick Alverson

The suffocating utopia of narratives. Conversation with Rick Alverson

Rick Alverson, born in Spokane, Washington, in 1971, is an American film director and musician. He debuted in 2010 with the feature film The Builder, the story of an Irish immigrant struggling to reconcile the American ideal and its manifestation in the real world, which was soon followed by 2011 New Jerusalem. In 2013 his third movie, The Comedy, premiered at Sundance Film Festival, and in 2015 his fourth feature Entertainment was screened at Sundance and at Locarno Film Festival with high critical praise. In 2018 at the 75th Venice Film Festival premiered his to date most recent work, The Mountain, an antiutopian exploration of America and her contradictions starring Jeff Goldblum, Tye Sheridan, Udo Kier and Denis Lavant. The Mountain, set in the 1950s and freely inspired to the biography of the infamous neurologist Walter Freeman, chronicles a long car ride through the American province where acclaimed doctor Wallace Fiennes on request performs lobotomization on men and women of any age who are either mentally ill or too rebellious; the movie is told by the perspective of the young Andy who, after the dead of his mother, a former ‘patient’ of Fiennes, and his father, follows the doctor as an assistant and a photographer.

La scuola di Sokurov. Conversazione con Alexander Zolotukhin

La scuola di Sokurov. Conversazione con  Alexander Zolotukhin

Si ringraziano, per la traduzione dal russo all’italiano, Anna Dolgova e Perestroika.it

Alexander Zolotukhin è nato nel 1988 in Ucraina. Quando era bambino la sua famiglia si trasferiva frequentemente; tra i vari luoghi in cui ha vissuto ci sono la Bielorussia, la Russia e le steppe del Kazakistan. Si è laureato al seminario quinquennale di produzione cinematografica di Alexander Sokurov, alla Kabardino-Balkarian University. Nel 2011 ha girato il suo primo cortometraggio, New Promotheus, seguito l'anno dopo da Songs Were Sung Before I Was Born; nel 2016 ha realizzato il suo primo documentario, Esse. Nel 2019, il suo primo lungometraggio, A Russian Youth, è stato presentato in anteprima al Forum of Berlin International Film Festival. Per A Russian Youth la Russian Guild of Film Critics ha assegnato a Zolotukhin il premio per la migliore opera prima, e il film è stato nominato anche per la migliore fotografia.

Школа Сокурова. Разговор с Александром Золотухиным

Школа Сокурова. Разговор с Александром Золотухиным

Александр Золотухин родился в 1988 году в Украине. В детстве его семья часто переезжала; среди различных мест, где он пожил были: Белоруссия, Россия, степи Казахстана и Кавказ. Окончил пятилетний курс в режиссерской мастерской Александра Сокурова в Кабардино-Балкарском университете. В 2011 году он снял свой первый короткометражный фильм «Новый Промотеус», а в следующем году «Песни были спеты до того, как я родился»; в 2016 году он снял свой первый документальный фильм эссе. В 2019 году его первый полнометражный фильм «Мальчик Русский» был впервые показан на Берлинском международном кинофестивале. За «Мальчика Русского» Российская гильдия кинокритиков наградила Золотухина премией за лучший фильм-дебют, фильм также был номинирован за лучшую операторскую работу.

Volti, sogni e un Cristo sardo. Conversazione con Giovanni Columbu

Volti, sogni e un Cristo sardo. Conversazione con Giovanni Columbu

Giovanni Columbu (Nuoro, 1949), laureato in architettura, disegnatore e pittore, è stato assessore alla cultura a Quartu Sant’Elena (CA). Ha lavorato alla RAI di Cagliari realizzando diversi documentari tra cui Visos, sogni, visioni, avvisi, vincitore del Prix Italia e del premio alla sceneggiatura Equinoxe e selezionato dal Sundance Institute, e Villages and Villages, vincitore del Prix Europa nel 1990. Con la casa di produzione Luches ha realizzato il suo primo lungometraggio, Arcipelaghi. Nel 2012 ha realizzato Su Re, rilettura della Passione di Cristo trasposta in Sardegna e parlata in sardo, premio della Critica e il premio Signis al Buenos Aires Festival Internacional de Cine Independiente. Del 2017 è il documentario Surbiles, presentato al Festival di Locarno e distribuito da Istituto Luce - Cinecittà.

The evil in the world. Conversation with Kristof Hoornaert

The evil in the world. Conversation with Kristof Hoornaert

Kristof Hoornaert, born in 1980, is a Belgian filmmaker. After studying Audiovisual Arts in Ghent and Brussels, he shot the short film Kaïn, which premiered in 2009 edition of Berlin International Film Festival. He later realized the no-budget short The Fall, selected in more than 40 film festivals worldwide, and Empire, premiered in 2015 Montreal World Film Festival and selected also for the BFI London Film Festival later that year. In 2017 has been released his first feature film, Resurrection, which premiered in Tallinn Film Festival and was later screened in Rotterdam International Film Festival; among the prizes the movie received there are the Capri Breakout Director Award, the Prix de la Critique at the Festival International de Cinéma d’Auteur de Rabat 2018 and a SIGNIS Award Special Mention Award at Religion Today Film Festival 2018.

Thanks to Laura Nartoon for having edited this text.
Resurrection
is available on Amazon Prime

Il male del mondo. Conversazione con Kristof Hoornaert

Il male del mondo. Conversazione con Kristof Hoornaert

Kristof Hoornaert, classe 1980, è un regista belga. Dopo aver studiato Arti Audiovisive a Ghent e a Bruxelles, ha girato il cortometraggio Kaïn (Caino), presentato nel 2009 al Festival di Berlino. Ha poi realizzato il cortometraggio a budget zero The Fall (La caduta), selezionato in più di 40 festival cinematografici in giro per il mondo; Empire (Impero), il suo terzo cortometraggio, è stato presentato al Montreal World Film Festival del 2015 e successivamente selezionato al BFI London Film Festival. Nel 2017 è uscito il suo primo lungometraggio, Resurrection, presentato al Tallinn Film Festival e successivamente selezionato anche al Festival di Rotterdam; fra i premi che il film ha ricevuto il Capri Breakout Director Award, il Prix de la Critique al Festival International de Cinéma d’Auteur di Rabat del 2018 e il SIGNIS Award Special Mention Award al Religion Today Film Festival del 2018.

Segnaliamo che Resurrection è disponibile su Amazon Prime